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Volume 31 - Anno 2019 - Numero 3

The occurrence of Staphylococcus aureus, enterotoxigenic and methicillin-resistant strains in Iranian food resources: a systematic review and meta-analysi

OPEN ACCESS


doi:10.7416/ai.2019.2289

di M. Karimi Dehkordi, M. Ghasemi Shamsabadi, P. Banimehdi

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Introduction
Staphylococcus aureus, in particular its enterotoxigenic strains, is a well-known pathogen in food microbiology as one of the most common causes of food poisoning. This study aimed to investigate the prevalence of S. aureus enterotoxigenic strains in Iranian food resources by using a systematic review and meta-analysis

Methods
A systematic search was performed using electronic databases from papers that were published by Iranian authors to the end of July 2017. Then, 34 publications which met our inclusion criteria were selected for data extraction and analysis

Results

The average pooled prevalence of S. aureus in food resources was 15.5% (95% CI: 12.7%-18.9%) ranging from 1.1% to 52%. According to the examined publications the estimated average prevalence of enterotoxigenic strains was estimated at 53.7% (95% CI: 41.4%-65.6%) ranging from 13% to 83.3%. The average prevalence of methicillin-resistant S. aureus in contaminated resources was estimated at 15.5% (95% CI: 11.1%-21.4%) ranging from 0% to 32%. The results showed that SEA and SEG were the most prevalent classic and new staphylococcal enterotoxins’ (SEs) types. The results of antibiotic resistance pattern showed the highest resistance rates to β-lactams, tetracycline and erythromycin.
Conclusion
The present analysis showed a significant presence of enterotoxigenic strains of S. aureus and a high rate of staphylococcal enterotoxins among food resources in Iran. However, also the prevalence of MRSA strains is remarkable and requires an improvement of the hygienic conditions to reduce the risk of MRSA dissemination in community and hospitals. Furthermore, the rational use of antibiotics in the environments related to food resources is recommended



Riassunto

La presenza di ceppi di Staphylococcus aureus, produttori di enterotossina e meticillino-resistenti, nelle risorse alimentari di origine iraniana: una revisione sistematica con metanalisi

Premessa
Lo Staphylococcus aureus, ed in particolare i suoi ceppi produttori di enterotossina, è ben noto alla microbiologia degli alimenti come la più comune causa di intossicazione alimentare. Il presente studio si propone di indagare la prevalenza dei ceppi produttori di enterotossina dello S. aureus nei prodotti alimentari iraniani, e ciò usando una revisione sistematica con metanalisi.

Metodi
È stata effettuata una ricerca sistematica utilizzando lavori pubblicati da Autori iraniani entro la fine di Luglio 2017, ricavati da basi dati elettroniche. Alla fine di questa procedura sono risultate selezionate 34 pubblicazioni che rispondevano ai criteri di inclusione da noi fissati, e da queste pubblicazioni sono stati estratti ed analizzati i dati.

Risultati
La prevalenza media aggregata di S. aureus nei substrati alimentari è risultata del 15,5% (IC al 95%: 12,7% – 18,9%), con un range tra 1,1% e 52%. Sulla base delle pubblicazioni esaminate, la prevalenza media aggregata dei ceppi enterotossigenici è stata stimata al 53,7% (IC al 95%: 41,4% – 65,6%), con un range tra 13% ed 83,3%. la prevalenza media di S. aureus meticillinaresistente nelle materie prime contaminate è stata stimata al 15,5% (IC al 95%: 11,1% – 21,4%), con un range tra 0% e 32%. I risultati hanno mostrato che SEA e SEG erano quelli più frequenti tra i tipi di enterotossine “classiche” e, rispettivamente, “nuove”. Quanto all’antibiotico resistenza, le più comuni resistenze erano quelle contro i beta-lattami, le tetracicline e l’eritromicina

Conclusioni
L’indagine da noi condotta ha dimostrato una significativa presenza di ceppi enterotossigenici di S. aureus e di una quota importante di alimenti iraniani contaminati da enterotossina stafilococcica. Tuttavia, anche la prevalenza dei ceppi di S. aureus multiresistenti è risultata notevole e richiede un decisivo miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, tale da ridurre il rischio di disseminazione di detti ceppi nelle comunità e negli ospedali. Inoltre, si rende necessario ed urgente un più razionale impiego degli antibiotici


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