Elevati livelli di digossinemia in una paziente anziana per i fattori endogeni immunoreattivi digossino-simili. Caso clinico
di
M. Suppa, G. Giancaspro, A. Coppola, M. Colzi, M.E. Marini, E. Magnanelli, E. Baldini, F. Cavicchi, C. Petroni, E. Contu, C. Boccardo, M.G. Scarpellini
La digossina č comunemente prescritta nel trattamento dello scompenso cardiaco. La sua ristretta finestra terapeutica richiede un regolare monitoraggio della concentrazione plasmatica tramite test immunoreattivi; tuttavia, i risultati di laboratorio possono essere falsati per la presenza di fattori endogeni immunoreattivi digossino-simili (DLIF) che si liberano nel corso di condizioni cliniche con espansione volemica.
Caso clinico. Una donna di 86 anni giungeva al pronto soccorso con dispnea acuta, flutter atriale, anamnesi positiva per cardiopatia ischemica. Si instaurava terapia con Ace inibitore, furosemide, spironolattone e digitale. Un primo controllo della digossina mostrava valori di digossinemia di 7,05 ng/ml, sebbene la paziente non presentasse alcun segno o sintomo di intossicazione digitalica, parametri di funzionalitą renale nei range di normalitą e inoltre non assumesse alcun farmaco interferente con la cinetica della digossina si sospendeva la terapia digitalica e si instaurava terapia con furosemide e soluzione fisiologica.
Al successivo controllo la digossinemia risultava 8,38 ng/ml. Si č quindi supposto una possibile interferenza dei DLIF ai test immunoreattivi.
Materiali e Metodi. Il siero della paziente veniva ultrafiltrato e centrifugato per rimuovere eventuali DLIF; successivamente, veniva ripetuto il dosaggio della digossinemia.
Risultati. La digossinemia scendeva a 0,25 ng/ml.
Conclusioni. I DLIF si correlano a numerose patologie tra cui insufficienza renale, pre-eclampsia, acromegalia, scompenso cardiaco. Alti valori di digossinemia in un paziente che non presenti segni di intossicazione digitalica devono indurre a sospettare la presenza di tali fattori e a procedere con la determinazione preventiva dei DLIF nel siero in modo da non incorrere nella sospensione errata di una terapia importante quale quella digitalica nello scompenso cardiaco. Clin Ter 2011; 162(3):245-248
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